Lo sviluppo di Frigole e Borgo Piave deve essere inserito in un progetto complessivo che riguardi tutte le marine leccesi
Può essere questo lo slogan per costruire un progetto di sviluppo complessivo per le marine leccesi, nel quale inquadrare interventi infrastrutturali e di stimolo alla crescita dell’economia e della comunità locale. Ormai da molti anni le marine di Melendugno, a pochissimi chilometri dal litorale leccese, godono della rinomanza offerta dal riconoscimento di Bandiera Blu da parte della Foundation for Environmental Education. Per ottenere questa certificazione di qualità ambientale delle località turistiche balneari non basta avere mare pulito e lunghe spiagge, occorre garantire la depurazione delle acque reflue, la gestione dei rifiuti, la regolamentazione del traffico veicolare, la sicurezza ed i servizi in spiaggia e quant’altro contribuisce ad elevare la qualità della fruizione di un territorio. Il processo di adeguamento a questi requisiti, ponendosi l’obiettivo di conseguire il riconoscimento della Bandiera Blu, potrebbe determinare la qualità dello sviluppo di un territorio che merita le migliori vetrine internazionali.
Negli ultimi anni purtroppo le contraddizioni del territorio a nord di Lecce si sono moltiplicate. Dalle amministrazioni comunali succedutesi nelle ultime decadi sono sempre state date risposte isolate ai singoli problemi, soluzioni transitorie e provvisorie, che non hanno messo un freno alla perdita d’importanza delle marine leccesi e alla loro decadenza. Si sono persi così servizi essenziali per la popolazione, come l’ufficio postale di Frigole, si sono deteriorate risorse indispensabili per il turismo, come la darsena di San Cataldo, molte famiglie non godono dei servizi di urbanizzazione essenziali come acqua potabile e fogna, in molte località, ma soprattutto a Torre Chianca e Spiaggia Bella, le strade e l’arredo urbano sono carenti.
Le cinque località del litorale leccese presentano caratteristiche differenti tra di loro. Alcune sono nate e cresciute disordinatamente in seguito all’abusivismo edilizio, San Cataldo ha avuto invece un insediamento razionale con la presenza di aree destinate a servizi, le borgate di Frigole e Borgo Piave vantano da parte loro una forte presenza dell’agricoltura e una storia recente ricca e affascinante. Un territorio quindi complesso e variegato che, se valorizzato, porterà benessere e sviluppo, ampliando anche l’offerta turistica di “Lecce città d’arte”.
La risposta unitaria a tale complessità può essere data proprio dall’obiettivo enunciato nel titolo: mettere in atto quei provvedimenti di riorganizzazione del territorio finalizzati ad ottenere nel 2020 il riconoscimento di Bandiera Blu.
Le cinque località del litorale leccese presentano infatti una caratteristica comune: la sintesi tra diverse tipologie di paesaggio, quello marino, quello agricolo e quello della macchia mediterranea. Tutti i 21 km di costa del litorale leccese, formato quasi interamente da spiagge facilmente raggiungibili, è sostenuto infatti da un retroterra agricolo, frutto di 3 campagne di bonifica intraprese tra la fine dell’800 e i primi 30 anni del ‘900, inframmezzato da ampie aree di macchia mediterranea e pascolo, con i suoi odori e la sua fauna tipica. Un territorio dunque ricco di risorse: per gli abitanti di questi luoghi, per i quali potrebbe essere occasione di lavoro e di benessere; per i cittadini leccesi che potrebbero trovarvi oltre al mare, quiete naturalistica e sapori della terra; per i turisti, che alle bellezze del barocco leccese potrebbero unire la scoperta di un mare raggiungibile dalla città con la breve corsa di un bus urbano, escursioni nella macchia, esperienze culinarie.
Tutte queste cose però non si realizzano automaticamente, occorre un forte impegno dell’ente locale per dare valore alle caratteristiche del territorio. Come?
Innanzitutto è necessario creare infrastrutture e servizi o favorirne la nascita: una rete idrica e fognaria completa ed efficiente, trasporti per la città frequenti e puntuali, una funzionale rete di comunicazione telematica (telefonia, internet), ufficio postale, ecc.
Affinché sia perpetuata e valorizzata la vocazione agricola dell’entroterra, è necessario favorire lo sviluppo delle coltivazioni locali, lanciando ad esempio una iniziativa per il riconoscimento della patata zuccherina di Frigole come prodotto tipico dell’agro leccese (Denominazione d’Origine Protetta) o per l’espansione delle greggi da San Cataldo a Torre Chianca.
E’ possibile anche valorizzare la storia del litorale attraverso la creazione, presso i locali delle idrovore di Frigole, di un Ecomuseo dedicato alle Bonifiche, che hanno interessato tutto l’agro a nord di Lecce, per raccontarne i luoghi e i fatti del passato recente.
Ancora, occorre aprire alla gente anche il litorale di Torre Veneri, selvaggio e paesaggisticamente incontaminato, offrendolo ad una fruizione che ne rispetti rigorosamente l’ecosistema e limitando le esercitazioni a fuoco del poligono militare alle armi leggere.
Questi ed altri provvedimenti, se inquadrati in un progetto unitario possono finalmente fare uscire dal degrado e dall’abbandono un territorio vario e meraviglioso, a cui i leccesi sono affezionati e dal quale tutta la città può trarre beneficio.
Bandiera Blu 2020, può essere lo slogan per raggiungere in tempi certi uno sviluppo moderno e sostenibile del litorale leccese.
https://www.facebook.com/LecceBandieraBlu/